giovedì 27 agosto 2009

MMetropolitana - Cap 2

Ieri in metropolitana ci ho visto Anna.
Anna di suo nella vita fa la ballerina. Ha che fare con un posto dove c’entrano le scale ma non quelle mobili di cui s’è detto, di più non so. Anna è molto magra.
Due sono le cose che in maniera fondamentale ama fare, ballare, in quanto ballerina, e fare il sesso, in quanto donna.
Io queste cose le so non perché conosco Anna, e tanto meno perché ci faccio sesso, magari, ma perchè sono un narratore che mi hanno detto si chiama onnisciente o omniscente, una cosa così insomma, e per questo so tutto di tutti. Cosa che, a me, non mi dispiace.
Anna è appena tornata da una città che non ha le strade, ma i fiumi, però di acqua ferma o quasi. La città più romantica del mondo, così pensa Anna, ma io non sono sicuro che sia vero. L’ha invitata un tale Mark o un nome così, straniero, o che comunque non somiglia ai nomi che la gente da qui. Dice Mark: “ Vedrai, dormire a Venezia è un’esperienza unica, terribilmente romantica.”
Anna ha detto si, e così hanno fatto il weekend, che è più o meno il sabato e la domenica che qui la gente non lavora, quasi tutti almeno, in questa Venezia, che non ha strade ma fiumi con l’acqua ferma e la gente se ne va in giro in barca.
Non penso che li ci sia la metropolitana ma non so.
Anna pensava che Mark era proprio un bel ragazzo e ci sarebbe stato sicuramente da fare una delle cose che ama di più fare: non ballare. Così è andata a Venezia.
Adesso Anna è pensierosa, ma neanche tanto, e c’ha un mezzo sorriso che si vedono un poco i denti, ma solo un poco.
Mark invece è incazzato e ha preso un’altra linea della metropolitana, probabilmente la verde che dicono faccia speranza, ma forse la rossa perché è proprio incazzato.
Comunque Anna e Mark stavano tornando da Venezia come due piccioni, che mi dicono ce ne siano tanti, e lì Mark ha fatto uno sbaglio grande.
Erano lì, alla stazione di Mestre, proprio vicini a Venezia e Mark dice: “vorrei che la nostra storia diventasse qualcosa di serio”, proprio così, come fosse una proposta. Veramente Mark glielo voleva dire a Venezia, che ne so, passeggiando in riva a quei fiumi fermi, magari mentre il sole va giù, ma non aveva coraggio abbastanza. Alla fine il coraggio gli è venuto proprio nella stazione di Mestre, che, dico io, non è proprio la cosa migliore.
Anna ha riso. Nel senso di ridere. Non a bocca aperta, ma lo stesso si vedeva che rideva, e rideva come per dire no.
Mark non l’ha presa bene. E’ andato a fumare in bagno, che non si potrebbe, ma tanto ti chiudi dentro, e se n’è stato in piedi fino a qua.
Non si sono neanche salutati. Proprio per niente. Mark è sceso ed è andato via.
Anna adesso se ne sta nel vagone della metropolitana e torna a casa e pensa che si è proprio divertita a Venezia, peccato che Mark, si insomma, che Mark abbia voluto dire tutto.
Lei non è mica fatta così, insomma, non è ferma, non vuole stare ferma, anche perché come ballerina, lei balla.
Ecco, insomma, questa storia è andata più o meno così, a me da un po’ fastidio che Anna sia contenta perché è stata in questa Venezia, che a me non pare poi così romantica alla fine, e Mark invece sia triste e arrabbiato, ma è che andata così.
Tra l’altro Anna c’ha proprio una bella valigia, rossa con le ruote piccole che qui si chiama trolli, o una cosa simile. Mi sembra grande per due giorni. Sono proprio comode con quelle ruote piccole, non si fa fatica. Chissà se galleggiava su quei fiumi fermi, la valigia dico, ma non credo.

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